giovedì 27 gennaio 2011

Gli Italiani e la ricevuta fiscale

Ormai è stato detto tutto di questo film.


Fa ridere?
Certamente sì: nelle prime scene si ride, poi ci si vergogna di ridere e di trovare repellente il personaggio solo in modo molto blando e buffo, quasi con affetto, come si fa con le persone che occasionalmente si aggiungono alla nostra cerchia e che accettiamo, anche se non condividiamo nulla con loro, solo perché ci fanno ridere.
Subito dopo ci si dice che la satira richiede sì esagerazioni, ma certamente Albanese, in questo film, ha esagerato troppo...

E dopo ancora si piomba in una cupa tristezza, perché ci si accorge che la realtà ha ormai superato la satira, per quanto esagerata sia.

Tra tutti i vizi nazionali descritti in questo film, trovo particolarmente riassuntivo quello raccontato nella scena della ricevuta fiscale: quanti tra molti bravi cittadini, di destra, di sinistra, di centro, io stessa forse, si peritano di chiedere la ricevuta fiscale?

Amaro, amarissimo. Chi ha ancora voglia di ridere?

domenica 16 gennaio 2011

Una parola tira l'altra

Sallustio, all'inizio della sua "Congiura di Catilina" loda la gioventù dei primi tempi di Roma, che provava più soddisfazione a compiere azioni di gloria piuttosto che a frequentare prostitute e festini (in scortis atque conviviis); infatti confrontava quei giovani di allora con i suoi contemporanei, tipo Catullo ad esempio.
Racconta Catullo, in una sua poesia (X, 1-4), che l'amico Varo lo invita ad andare da una sua graziosa scortillum. A rigor di termini chi frequenta scortilla è uno scortator (termine oraziano: vedi libro II, satira V, verso 75).
Chissà se chi in questi giorni si angustia per ciò che chiama attacchi alla sua vita privata è orgoglioso di appartenere (per questo aspetto) alla stessa categoria di uomini a cui apparteneva Catullo. Per carità, nessun moralismo, ma Catullo non era ultrasettantenne e, cosa ancor più stupefacente, non aveva la responsabilità del governo di uno Stato.
(Ogni riferimento a persone, luoghi e circostanze reali è puramente voluto).

sabato 8 gennaio 2011

Per un buon 2011

Voglio cominciare il mio blog-2011 con la foto di un amico, Mario Collepardi, comparsa sul Corriere del Veneto.



Come si vede sta sventolando il tricolore davanti a un gazebo della Lega a Treviso. Credo che non servano tante parole, il gesto è eloquente e profondamente condiviso da me e dai miei amici trevigiani più cari.

Spero solamente che sia di buon augurio per l'anno che comincia, spero cioè che i barbari, che non sanno (o non vogliono sapere) che cosa significhi Stato, quei barbari che sono tribù e che non riconoscono altra legge che quella tribale, altra fedeltà che quella al capo-tribù, finalmente si civilizzino.