venerdì 28 maggio 2010

Quale Ipazia ?

Quale Ipazia?
Prima che arrivasse in Italia il film di Amenàbar, Agorà, mi ero già imbattuta nel bel libro di Adriano Petta e Antonino Colavito dedicato a Ipazia, Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo, un libro molto istruttivo, come dice nella prefazione Margherita Hack: "Questa storia romanzata ma vera di Ipazia ci insegna ancora oggi quale e quanto pervicace possa essere l'odio per la ragione, il disprezzo per la scienza. E' una lezione da non dimenticare, è un libro che tutti dovrebbero leggere". Mi è molto piaciuta questa Ipazia eroina della razionalità, così vicina a noi in questo mondo, in questa Italia, dove sembra trionfare l'oscurantismo.
Ho poi cercato a lungo il romanzo di Caterina Contini Ipazia e la notte edito nel 1999 senza successo; in effetti quel romanzo è stato appena stampato con il vero nome dell'autrice, Maria Moneti Codignola, e con il titolo Ipazia muore: ho così scoperto un'Ipazia forse meno coerente con il suo destino di scienziata martire della ragione, ma molto umana, molto più femminile, forse perché solo una donna sa raccontare veramente un'altra donna.
E l'Ipazia del film? Non so definirla esattamente, so solo che l'uscita del film in Italia ha incontrato delle difficoltà; so anche che il regista ci ha risparmiato la terribile visione della sua fine, che nei due romanzi è raccontata con tutta la crudeltà necessaria a far sorgere l'indignazione.

martedì 25 maggio 2010

Lella e Alice


Venerdì 21 maggio sono andata a vedere-sentire Lella Costa in Alice Una meraviglia di paese a Noventa di Piave nel bel parco di Ca' Zorzi: sono le occasioni per ricordarsi che esiste ancora la possibilità di perdersi - ma solo per ritrovarsi - nel gioco letterario e fantastico di chi sa condurti in un mondo meno meschino; come ci dice Michele Serra nella prefazione di Amleto, Alice e la Traviata, per noi " che ce ne andiamo in giro con la testa e lo sguardo zavorrati da milioni di cose non tutte in ordine, e soprattutto non tutte utili" è un sollievo riuscire, grazie al suo teatro, ad "orientarsi daccapo".

E soprattutto "La leggerezza di Lella in teatro ... è una consolazione per chi crede (o sogna) che la percezione della bellezza dell'arte possa essere beneficio di molti, e non privilegio di pochi."

venerdì 21 maggio 2010

Primo indovinello: chi è?

Indovinello primo, perché ce ne saranno altri. Il gioco di trasferire comportamenti umani e atmosfere di epoche storiche dal passato al presente non l'ho certo inventato io, ma mi è sempre piaciuto.

E' vero, la storia mai si ripete; ma questo è solo un gioco.


Ogni volta che leggo un libro che parla di tempi passati, vivo su due piani strettamente congiunti, l'oggi e il tempo del romanzo. Questa volta tocca a Ipazia muore (Ipazia, a cui dedicherò presto altre noticine) di Maria Moneti Codignola.


Allora, di chi si parla?


«... tutto quello che abbiamo fatto finora, io con la filosofia e tu con l'osservanza scrupolosa delle leggi e con le guardie, non è servito a niente. La gente se ne infischia della filosofia e del diritto. Delle guardie ha paura, questo sì, ma quando vede che la sua forza sta crescendo e che le guardie invece sono sempre più deboli, prende baldanza. E poi ci sono emozioni più forti della paura, ci sono entusiasmi, eccitazioni e furori che spingono gli uomini alle azioni più insensate ... Il loro (...?) sta diventando di giorno in giorno più popolare e quindi potente, le masse lo seguono, vanno in delirio per lui. Non vogliono discorsi razionali e freddi, ma incitamenti, grida di battaglia, emozioni forti. E vogliono immedesimarsi nel loro capo, vogliono poterlo amare, adorare. Conta di più il modo di gestire, di recitare la propria parte, di andare in scena con dispendio di effetti, che non il parlare pacatamente, l'argomentare con ragionamenti corretti.»


No, non si parla di "lui", ma del vescovo Cirillo, santo e padre della Chiesa.


E Ipazia esorta il prefetto Oreste ad imparare ad usare le armi comunicative di questo bel personaggio: «Sì, deve essere una sorta di spettacolo, una pantomima come quelle che mandano in visibilio il popolino e lo riempiono di emozione. ... dovrai anche mettere in mostra le tue ferite, ... perché l'immagine del prefetto come uomo ferito, sanguinante, che soffre, insomma di una vittima, piace alla gente, soprattutto alle donne, e suscita simpatia, anzi adesione appassionata.»


E' l'oggi che riscrive momenti del passato o è il passato che prefigura l'oggi? Bel giochino.

mercoledì 19 maggio 2010

L'attimo e il fulmine...a proposito di Giorgione






In occasione della mostra su Giorgione ho letto molti interessanti scritti, specifici e non; ho trovato affascinante l'analisi, inserita in un contesto generale sulla pittura, svolta da Flavio Caroli che nel suo libro Il volto e l'anima della natura sottolinea come la luce "attimale" del fulmine diventi l'inizio di un percorso verso quella quotidianità che pervade la pittura moderna: "C'è la luce attimale del fulmine che istantaneamente - appunto - acceca il mondo. Attenzione: anche questo passaggio, per l'arte, è risolutivo. Qui comincia un ulteriore viaggio della pittura occidentale moderna, che si muoverà sempre più dalla assolutezza verso la quotidianità (e sempre più verso una «attimalità» della visione) perché la tensione verso la verità quotidiana appartiene al destino dell'espressione occidentale."

Il libro di Caroli è una lettura stimolante, così come è stato piacevole ascoltarlo da Fazio, e la sua nota su Giorgione sa condensare in una parola - attimalità - un itinerario complesso.

A proposito della mostra: ho sentito la mancanza di alcune opere chiave come I tre filosofi e Laura; posso capire che Vienna non li abbia concessi a Castelfranco; non posso invece capire - o forse mi mancano elementi di giudizio - perché un'altra opera importante come La Vecchia non abbia affrontato il breve viaggio da Venezia.

domenica 16 maggio 2010

Ciao mondo!


"Una cosa era certa: la gattina bianca non c'entrava per nulla. Era tutta colpa della gattina nera. Infatti da un quarto d'ora la gattina bianca si stava facendo lavare il muso dalla vecchia gatta (e senza nemmeno protestare troppo, per giunta): così vedete che non poteva aver niente a che fare col misfatto." [incipit di Through the Looking-Glass di Lewis Carroll]
Altra cosa certa: vi racconterò un po' di cose.
Nel frattempo, per divertirsi con Alice e altro, potete godervi questi begli esercizi di stile!