sabato 7 gennaio 2012

Troppo comodo, miei cari...

Pensierino dedicato a chi si sente tanto "collettivo" quando deve ricevere i benefici della società (scuole, strade, sanità, beni culturali...), e tanto individuo con irrinunciabile diritto alla piena libertà quando si tratta delle sue - inattaccabili - ricchezze (leggi: evasori fiscali e difensori di evasori fiscali):

... lo sviluppo individuale ci sembra un prodotto dell'interferenza di due tendenze, di cui l'una, che comunemente chiamiamo "egoistica", ambisce alla felicità, e l'altra, che chiamiamo "altruistica", ambisce all'unione coi membri della comunità... Nello sviluppo individuale, come abbiamo detto, l'accento principale cade soprattutto sulla tendenza egoistica o tendenza alla felicità... sembra quasi che si giungerebbe assai più agevolmente a costituire una grande comunità umana se non ci si dovesse preoccupare della felicità del singolo. (S.Freud, Il disagio della civiltà).

A questo punto uno potrebbe dire: va bene, scelgo la mia felicità e al diavolo la comunità!

Che, in altre parole, equivale a dire: meglio la legge della giungla - dove, si sa, vince il più forte.

venerdì 6 gennaio 2012

Genio e sregolatezza

Ancora a proposito di regole: sembra che la pubblicità abbia lanciato una parola d'ordine tipo "genio e sregolatezza", il che, in un contesto culturale maturo, ha la sua ragione d'essere. La creatività, in effetti, si pone come un superamento di norme codificate per raggiungere nuove espressioni.

Ma, appunto, in un contesto di consolidata razionalità. Proporre oggi, e parlando ad un indifferenziato esercito di consumatori incoscienti, infantili, e sfrenatamente individualisti, di infrangere le regole sa tanto da basso impero.

Lascio la parola a Umberto Galimberti, che nel confrontare la psicoanalisi di Freud con quella di Jung scrive:«La sua (=di Freud) psicologia è una celebrazione della potenza della ragione sulle pulsioni che la minacciano. Il pensiero di Freud, che tutti si affannano a superare o a dichiarare superato su questo punto, che è poi il nucleo portante della sua teoria, va rigorosamente mantenuto e gelosamente custodito, a meno che il nostro futuro non ci prepari una regressione dell'umanità nell'insofferenza ai divieti e nella più sfrenata espressione delle pulsioni, perché questo significherebbe il declino della civiltà e insieme l'infelicità dell'individuo.» (da "Umberto Galimberti racconta Freud, Jung e la psicoanalisi", La Biblioteca di Repubblica)

Grande Galimberti.

Ma quanto dentro siamo, ormai, in tale regressione?

lunedì 2 gennaio 2012

Ma cosa ci aspettavamo?

«Ma chi si aspettava miracoli? C'è ancora gente così stolta e così intrisa di demagogia da pronunciare frasi così insensate? C'è ancora gente che rimpiange i tempi in cui imperavano le cricche berlusconiane? Gli italiani (sic) hanno scarsa memoria storica, ma non fino a questo punto. La politica seria non fa miracoli e non è il circo equestre dove si esibiscono acrobati, orsi che fanno l'inchino e maghi che mangiano il fuoco. La politica è senso di responsabilità, realismo, diagnosi dei malanni e attento dosaggio dei rimedi. Al circo ci vanno i bambini e recitano i pagliacci che li fanno ridere con le loro smorfie e la faccia infarinata.» (Eugenio Scalfari, Finalmente un leader di livello europeo, in "la Repubblica" di sabato 31 dicembre 2011).

Naturalmente le affermazioni di Monti sono analizzate con la consueta competenza da Scalfari e non si limitano a queste colorate ed azzeccatissime note.

Certo, non si ride più. Ma forse gli Italiani si sono stufati di ridere di fronte alle "pagliacciate" del recente passato.