domenica 15 agosto 2010

Filosofia e carbonara

Finalmente parliamo di cose serie, ovvero di cibo. E tanto seria è la questione che bisogna scomodare concezioni del mondo; la questione (e costituisce motivo di profondo dissenso tra me e mio marito) è: nella carbonara ci va la cipolla o l'aglio? Premetto che, dovendomi io attrezzare per contestare la tesi avversa (quella appunto del consorte), ho bighellonato un po' tra libri ed internet ed ho scoperto che la carbonara che faccio io è diversa da tante altre. Ma vengo alla materia del contendere: io sostengo (e metto in pratica con palese soddisfazione di tutti quelli che mangiano la mia carbonara) l'uso della cipolla e procedo così: soffriggo la pancetta affumicata; quando è rosolata aggiungo la cipolla affettata e cuocio finché diventa un po' marroncina, ma non tanto; a parte, in una terrina, sbatto due tuorli ed un uovo intero, aggiungo abbondante parmigiano grattugiato, sale, pepe e prezzemolo tritato; quando gli spaghetti sono al dente, li scolo, li passo nella terrina e verso il tutto nel tegame della pancetta e cipolla (senza cucinare, per carità!). E' pronta, mangiamo senza discussioni, poi la solita osservazione: ma ce l'hai messo l'aglio? E qui, appunto, si rivelano due concezioni del mondo opposte:
  • quella di mio marito che, cultore dell'aglio, lo metterebbe dovunque: è un'idea che tende all'omologazione, alla globalizzazione che azzera le differenze - anzi no, rispolvera, addirittura, la reductio ad unum di medievale memoria, perché stabilisce una gerarchia al vertice della quale sta l'AGLIO
  • la mia concezione del mondo, che mi spinge ad usare in alcuni piatti l'aglio, in altri la cipolla, in altri ancora tutti e due; ed è un'idea che dà spazio alla diversità e ne fa un valore.

A parte le facezie, a parte il fatto che continuerò a fare e far mangiare la carbonara alla mia maniera, c'è qualcuno che mi dice se ci si deve mettere la cipolla, oppure l'aglio, oppure tutti e due, oppure nessuno dei due?

Nessun commento:

Posta un commento