giovedì 9 dicembre 2010

Quei pilastri in calcestruzzo

Il film di Martone "Noi credevamo" non ha suscitato grande entusiasmo nella critica. A me è sembrato importante (senza contare che mi è proprio piaciuto). C'è chi storce il naso perché magari la ricostruzione storica non è perfetta - o forse non è in linea con il ben pensare?


E' vero anche che non è una novità che l'Unità d' Italia sia stata realizzata malamente. Il film, su questo, non aggiunge approfondimenti storici, ma qualcosa in più c'è: c'è la percezione che non si parli solo del Risorgimento, si parla anche dell' oggi; c'è la convinzione che l'Unità d'Italia non sia affatto una questione conclusa.

Nel corso del film compaiono i segnali di questo avvicinarsi al presente, piccoli particolari, fino ad arrivare ad inquadrare un edificio in costruzione, in cui è evidente l'uso del cemento; quei pilastri in calcestruzzo, così incongrui, su cui la macchina da presa si sofferma, ci riportano alla nostra dolorosa situazione di paese diviso e stanco.

Sarò una sentimentale, ma vedere la disillusione di Domenico nel constatare il fallimento degli ideali di giustizia sociale e libertà democratica per cui aveva tanto sofferto, mi ha fatto venire un groppo alla gola.

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