L'altra sera ho visto Mammuth con Dépardieu. E' definita una commedia: a me ha procurato un attacco di malinconia; probabilmente perché ho la stessa età del protagonista (e sono pure in pensione). Sono anche piuttosto in carne (non come Dépardieu, ma almeno come sua moglie). La mia tristezza è dovuta forse alla considerazione che qualsiasi fuga dalla quotidianità, qualsiasi avventura on the road, mi potrebbe piacere, ma non mi procurerebbe la felicità che regala invece al nostro eroe. Anche perché non mi ci vedo su una moto con tutti i miei libri, con il computer, con i miei cd e dvd, con pennelli colori e tele, con tutti gli armenicoli che mi salvano dalla noia: per essere felici bisogna essere semplici d'animo? cristianamente poveri di spirito?
Il film mi è piaciuto, ma non per quello che racconta. L'ho guardato, piuttosto, come se sfogliassi un album di foto: alcune sgranate, con una luce pallida; altre con contorni sfuggenti come scattate dalla moto in corsa; altre ancora con particolari che giganteggiano agli angoli dello schermo. Bellissima la scena con un pezzo di moto nell'angolo destro, in primo piano, e un mondo sfumato dietro. Quadri.
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