Ancora a proposito di regole: sembra che la pubblicità abbia lanciato una parola d'ordine tipo "genio e sregolatezza", il che, in un contesto culturale maturo, ha la sua ragione d'essere. La creatività, in effetti, si pone come un superamento di norme codificate per raggiungere nuove espressioni.
Ma, appunto, in un contesto di consolidata razionalità. Proporre oggi, e parlando ad un indifferenziato esercito di consumatori incoscienti, infantili, e sfrenatamente individualisti, di infrangere le regole sa tanto da basso impero.
Lascio la parola a Umberto Galimberti, che nel confrontare la psicoanalisi di Freud con quella di Jung scrive:«La sua (=di Freud) psicologia è una celebrazione della potenza della ragione sulle pulsioni che la minacciano. Il pensiero di Freud, che tutti si affannano a superare o a dichiarare superato su questo punto, che è poi il nucleo portante della sua teoria, va rigorosamente mantenuto e gelosamente custodito, a meno che il nostro futuro non ci prepari una regressione dell'umanità nell'insofferenza ai divieti e nella più sfrenata espressione delle pulsioni, perché questo significherebbe il declino della civiltà e insieme l'infelicità dell'individuo.» (da "Umberto Galimberti racconta Freud, Jung e la psicoanalisi", La Biblioteca di Repubblica)
Grande Galimberti.
Ma quanto dentro siamo, ormai, in tale regressione?
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