Ieri sera Della Valle si risentiva (garbatamente, peraltro) delle critiche rivolte al suo ormai famoso e sgrammaticato discorso da Ezio Mauro. Critiche, appunto, sugli errori di grammatica usata piuttosto disinvoltamente dal simpatico imprenditore. Io sto dalla parte di Ezio Mauro, che su questo punto cita l'indimenticabile "chi parla male, pensa male" di Nanni Moretti. Della Valle gli ha dato del professorino, sembra che sia un insulto, per quanto innocente.
Ogni tanto anche a me vengono ubbie, leggeri fastidi, a vedere errori di ortografia perfino in esimi critici letterari, urtano la mia sensibilità di professorina.
E mi inducono a riflettere sui cambiamenti linguistici.
Esempio: sempre più nelle mie letture trovo che si scrive con la minuscola il nome proprio di popolo anche quando è un sostantivo ( i greci, i romani, gli inglesi, invece che i Greci, i Romani, gli Inglesi); indubbiamente piccola cosa, ma che mi infastidisce. E poi, se ormai tutti non usano più questa regola, la devo abbandonare anch'io? è ormai desueta? Suona come errore la mia ortografia?
E la «i» di "ciliegie" la devo ancora usare? Posso comprare le ciliegie da chi espone i suoi cartelli con un gigantesco CILIEGE?
Qualcuno potrebbe ribattere: «Ogni giorno ci troviamo di fronte ad una massiccia, volgarissima, disperante violazione delle regole perpetrata dai nostri governanti su questioni di estrema importanza e tu ti scandalizzi per queste piccolezze?».
E' vero, ma forse quel che succede nella lingua è simile a quel che succede nella società. Le regole, si sa, non sono eterne, cambiano con il cambiare delle condizioni storiche, la grammatica nel suo complesso trae dalla lingua parlata delle leggi che poi propone come modelli per parlare e scrivere in modo corretto, ma la lingua cambia e prima o poi anche la grammatica deve mutare. Così, nella vita civile, le leggi del passato devono adeguarsi ai cambiamenti della società.
Chi oggi si scandalizza di fronte all'indegno spettacolo di questi nostri impresentabili governanti è considerato un conservatore, un dinosauro (e per chi ha fatto il '68 è proprio dura...); ma le nuove regole non scritte ed esibite sono queste? Corruzione, becera demagogia, cronica carenza di senso etico e di senso dello Stato (si scrive con la maiuscola?), elogio del furbo e dileggio dell'onesto (mi verrebbe voglia di scriverli con la maiuscola, almeno l'«onesto»), e chi più ne ha più ne metta...
Addio, vado a vivere con i dinosauri.
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